"Distanza" - Seminario filosofico telematico
A cura della redazione della rivista “Filosofia”, della Società Cusaniana e del Centro Studi e Ricerche “A. Guzzo”, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino
9 Aprile 2020 - h. 14:30
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Intervengono:
Gianluca Cuozzo (Torino)
Sergio Foà (Torino)
Carola Barbero (Torino)
Enrico Guglielminetti (Torino)
Graziano Lingua (Torino)
Piercarlo Rossi (Torino)
Antonio Dall’Igna (Torino)
Simona Porro (Firenze)
João Maria André (Coimbra)
Marco Fracon (Torino)
Ako Katagiri (Tokyo)
Ernesto Sferrazza Papa (Santiago)
Greta Venturelli (Torino)
Alessandro Carrieri (Torino)
Viola Barovero (Torino)
Elisa Destefanis (Torino)
Carola del Pizzo (Torino)
Andrea Pace (Torino)
Quando a meno di un metro ne va della nostra vita, il tema della distanza diventa impellente. Esso ci parla di una necessità (la nostra sopravvivenza) e di un bisogno (la prossimità degli altri). In questo interstizio, in cui maturano tanto l’odierna salvezza (paurosamente apolitica) quanto il nostro desiderio di continuare a essere socievoli (oggi da stigmatizzare), osserviamo turbati, dal fondo delle nostre celle-abitazioni, il cambiamento in atto della politica, del lavoro, della comunicazione, del fare la spesa, degli affetti e della didattica.
Quanto alle cause del nostro esser distanti dagli altri, emerge con prepotenza la nostra distanza dalla natura, l’esser diventati dei perfetti alieni ecologici. La deforestazione, come si legge in molte ricerche recentissime, è all’origine del salto di specie compiuto dal virus. Animali selvatici, non trovando più un habitat adeguato, si approssimano al paesaggio antropizzato, producendo – in una rapida sequenza di adattamento e mutazione dei virus di cui sono portatori – l’allontanamento degli esseri umani da loro stessi. Improvvisamente, la prossimità umana diviene possibilità di contagio, mentre la manifestazione d’affetto verso i nostri cari assume la forma del passo indietro, del rispettoso distacco fisico. Allo stesso tempo, la fauna un tempo remota – semidistrutta e costretta a migrare – cerca riparo nelle nostre città e nei nostri villaggi, inaugurando una forma di convivenza esiziale per gli umani.
Questi capovolgimenti stanno trasformando le nostre vite; ma ciò non toglie che si debba continuare a problematizzare il presente, sfruttando l’occasione che ci è concessa: una drammatica pausa di riflessione, in cui chi è vivo – anche nel rispetto di chi non c’è più – ha il dovere di mantenere alto il valore della riflessione e del dialogo. Noi vi proponiamo questa chance di confronto nella forma di un seminario telematico, che riflette sulla stessa condizione – la distanza – che lo ha reso necessario; nel tentativo di sublimare la necessità dello iato in seno alla presenza nella richiesta del tutto umana di prossimità, sebbene mediata: tra colleghi, studenti e amici di paesi diversi.